18.12.08

..day 457.2 Bianco, rosa e nero. Dall’euforia, al silenzio. Rehab and resolutions in Manosque. -6.

..un’altalena di emozioni mi ha attraversato in questi 5 giorni. Dall’euforia a 32 denti, allo smarrimento che ti lascia muto, senza 1espressione in volto, e che ti dà l’unica voglia di chiudere il mondo di fuori e nn sapere quando tornarci. Dalla vergogna e lo shock, dal primo sorriso dopo il dolore, alla calma di quello che potrebbe essere considerato un rehab provenzale.
..una girandola d’immagini ha attraversato i miei occhi, in questi 5 giorni. Colori seducenti, aggettanti, spenti, solitari, silenti, e poi ancora accoglienti, appacificanti. Dal silenzio perso al silenzio fermo, tranquillo.

Tante cose sono successe in questi 5 giorni, e non tutte saranno scritte. E’ sempre stato un po’ il limite e il pregio di questo mio scrigno, quello di essere pubblico. Ci ho lottato contro, più di 1volta, con la noncuranza data dalla convinzione di non voler avere segreti. Al punto da ostentarlo online. Ma ognuno di noi ha dei segreti, ognuno di noi ha fatti che non ha raccontato, per i motivi più vari. E io, per i motivi più vari, taccerò su alcuni miei segreti.

Con ordine.

13 dicembre. Il punto più alto, e il più basso. Tutto nel giro di una manciata di ore. Il bianco candido della tenda che si sposta, il rosa fluorescentemente dolce che vola per terra. Sotto effetto, vero, ma i particolari di quelle ore non potrei descriverli senza ricercare un po’ di bellezza. Ce n’era talmente.. Poi, il nero che conduce al nero, il soffice che porta al duro, arso. In una parola, triste. Mi scuso per essere sparito, per non essermi praticamente fatto sentire nel weekend delle lauree dei miei amici. Mi scuso per l’assenza, ma non c’ero neanche io. Non potevo esserci per nessuno.

14 dicembre. Muto, rinchiuso, ancora ammutolito. Socchiudo la porta solo per qualche sguardo, amico, che mi prende per mano.

15, 16, 17 dicembre. 5.45. Sveglia. Come per Copenhagen, la tristezza viene sopraffatta dal vuoto “alla fine devo”. 7.16, Gare de Lyon. Il treno per Manosque. Ritrovare luoghi di 9 mesi fa, di una vita fa.. L’Alta Provenza a dicembre è silente. All’inizio non mi accorgo della differenza. La consapevolezza verrà: è un altro silenzio.
Interviste in profondità, film a ripetizione, contatti limitati con il mondo via telefono, skype, facebook. Lew Ashby fa un ultimo capolino nel discorso.
Tra St. Maurice, Manosque, St.Auban, e Montfort, mi fermo a pensare. Non troppo, ma era necessario. E’ vero, questi mesi mi fanno dubitare. Sono meno sicuro di me, pur avendo ancora fiducia nelle mie sensazioni. E sabato il colpo è stato duro. Per utilizzare una metafora ad uso maschile, come essenzialmente sbagliare un gol a porta vuota. Trovandosi in parità. A 5 dalla fine.
Però il silenzio di Manosque è diventato calmo, l’ansia è scesa, e incomincio ad accettare. Che ognuno ha i suoi problemi, che sta a noi risolverli, con la testa, e con la determinazione. Che non bisogna dimenticarli, metterli da parte: inconsciamente restano lì in ogni caso. E si mostrano.

E poi.. sbagli un gol al 85esimo, passano 3 minuti. 88. Ma è stata una partita lunga, 4 minuti di recupero. -6. Il 24 si torna in Italia. Ma ora non è ancora il momento. Last week in Paris. Wanna make that count.

Vostro, Manosque, 17 dicembre 2008, 14:12. La mia ultima sigaretta.




3 commenti:

Anonimo ha detto...

If you're lost you can look
and you will find me.

Time after time.

Anonimo ha detto...

Lascia Paris e torna a Surriento Fede.
Noi ti stiamo aspettando...

Laura ha detto...

Ciao Federico,
Ho trovato il tuo blog cercando informazioni su L'Occitane perche ho appena finito uno stage di 6 mesi a Milano. Dovrei scrivere il rapport de stage e volevo sapere se per caso potevo dare un'occhiata a quello che avevi fatto tu.
Cmq io sono di Parigi, e complimenti per il blog :)

Buona giornata,

Laura