19.12.07

..day 102. 36ore. Pizza con bresaola, salsiccia e shampoo. Un Hoegaarden da bere. E Celentano in sottofondo. Un viaggio, nl viaggio.

..9.21 scoccate su un Malpensa Express, in orario per partire. Arrivato in sordina 36ore fa, messo la museruola anke al blog.. valigia frettolosa, altrettanto i saluti. A mercoledì. Chiavi, musica. Nei minuscoli fiocchi di neve di un grigio pomeriggio HEC, nella fretta dei cappotti e nelle tracolle universitarie che chiaccherano, corro. Pendolare internazionale in mezzo a una péripherique qui est comme d’hab. Nonostante ciò, i miei 50km scorrono cm previsto. Lascio la macchina in un glaciale 7D3. Parcheggi che sembrano chiocciole di ghiaccio e cemento. Tempo da Blade Runner. Tempo per ricaricare le batterie (no, letteralmente: Mac e cell), check-in e imbarco. Faccio finta di non pensarci, e mi riesce bene. Impassibile. Atarassico. Lascio un +2 e metto piede su un -4. Fisherman’s friend, una ventata di freschezza. Niente ritiro bagagli, diretto sla navetta a 4ruote. Pago, mi siedo, chiudo gli occhi, La paranza, li riapro, mi riallaccio il cappotto, ritiro il trolley. Piazza Cadorna: lì non posso far finta di niente. Sono a casa. La certezza di conoscere ogni singolo angolo. Splendido, e affascinante è partire. Ma la sensazione di passare dopo mesi tra i luoghi e le luci ke ti han visto crescere non la scarterei subito dalla mano. Boccaccio, Chocolat, Virgilio. Il portone. Sali su e fa come se fossi stato via una settimana. In mezzo, 1mondo. 1realtà ke sto per riabbracciare. Sentimenti ambivalenti da queste righe e indi nla mia testa, come è facile vedere. Una medaglia luccicante, e a due volti. Il rovescio non è eliminato però, è anke lui doppio: sfiorato ogni tanto dal sentirmi francese, o meglio HEC IS a Milano, dopo aver vissuto sulla pelle, sul lungo Senna, o nel Marais, cosa si prova ad esser 1italiano à Paris. La soluzione è ovviamente imparziale, opportunità e rischio allo stesso tempo. Alla fine sono entrambi in entrambi i posti, a me di rendere ciò una ricchezza. Kmq.. ho già capito, questo sarà un lungo post. Lune sera volge velocemente al sonno, il viaggio mi ha portato in dono 1emicrania cui nn voglio pensare. Semmai dormirci su. Prima, un istante per qualche sorriso, qualche nota, in quello davvero non si è mosso niente: ampio respiro. Alla fine tra camera mia e ma chambre cambia solo qualche lettera. E l’inclinazione del Mac mentre mi addormento guardando Family Guy. Strane sensazioni: ma quello non è il mio cuscino. Ma il mio computer non è questo. Frammenti di straniamento.
Convinto ke fosse sabato, mi alzo nl letto e di corsa mi preparo per tagliare la chioma. E’ ora, dopo l’ennesimo chignon. Zac, zac, zac. Tenuti lunghi! Aria molto + rispettabile. Vabbè, mi tornerà utile. Pranzo veloce, preparazione sommaria. Dressed to kill, cn quei particolari nascosti assolutamente fuori luogo ke non lascerò mai. :D Insomma, un colloquio da L’Oréal con la mia fascetta, la mia collana, un gilet usato da 5€. 3 parti, sentirsi Sampdoria e Milan tra una presentazione, una presentazione creativa, e un caso aziendale. Feedback ai primi di gennaio. Ma io voglio tornare? Ma io voglio sentirmi come Giulia mi ha raccontato? Altri sacrifici sulla strada di qualcosa ke non definisco. Qualcuna mi dice ke non ha tempo di avere 1fidanzato, data la sua vita. Il quadro ke pretendo di aver dipinto per il mio futuro alla Raffaello assume i tratti impressionisti di un Cézanne. Kmq.. restauriamo il regime dl’ordine temporale. Dopo aver vinto l’Oscar del + elegante, scatto tra 7fermate, e da Primaticcio rivedo Cadorna. Ricordo di essermi trovato a ridere pensando ad Inganni, trovandomi a Odéon. Il contrappasso, detto anke ridi ora, pirla :). Scusate, smarrito il filo. Non mi cambio, chiamate su chiamate. Cena zona uni. Una strada ke ovviamente conosco ancora a menadito. Stranamente con le marce, una macchina mi porta per un percorso quasi inconscio tanto automatico eppure calpestato per l’ultima volta quando ancora l’azzurro dei bermuda era più vicino di quello delle sciarpe. 10minuti istituzionali di ritardo, per riabbracciare Gianlu e Nico. Ale. Andrea ed Ale. Giulia. Dani. Base. Ross. la Niki (sì, sn ancora milanese). 103slides, 130€: peccato non farne parte, ma è 1prezzo ke posso pagare. Amici miei atto II, versione M&M’s, ci deve sparpagliati, stressati cm sempre, con l’ormai acquisita certezza ke l’anno scorso forse qualcosa di magico e probabilmente purtroppo irripetibile. Quante volte l’avrò detto? Lo pensiamo tutti. Panorami di Bombay irrompono. Dani, te lo ripeto, spacca. Accompagno Gianluca, ancora una volta. Kaiser “numero” Binelli , quanto mi mancavi? Voglia di fare i pirla, nessuna di salutarsi subito. Ma tranquillo, non passeranno altri 4 mesi. La cara sigaretta sotto casa di Giulia. Altre parole importanti, meno risate rispetto alla cena (dove scintille di retorico nervosismo, rituali accantonati e sensazioni di casa si sono mescolati), un altro momento da ritenere. Ke in italiano corretto sarebbe trattenere, e nel mio intento conservare. Lampi d’immagini d’HEC. Scappo al Magenta, sn in ritardo. Tempismo perfetto invece, direi. Attraverso un atmosfera sancarlina cresciuta, per fermarmi con un Hoegaarden a chiaccherare con tre figure distinte: un giubbotto beige, una sciarpa rosso fuoco, e un taglio sbarazzino con collana stylish. Ke mi manderà un tenero messaggio nla notte. ;) Rientro, chiaramente spuntino, chiaramente internet, chiaramente letto. Mi sveglio e guardo con eccessiva timidezza. Hélas.

Pausa.

..12.08 scoccate mentre passo sopra una distesa bianca e appuntita. Commento intelligente: oh ma sn tante le Alpi.. è il bambino ke c’è in me. Kmq.. Unicamente Celentano: la mia colonna sonora dle ultime ore. Nl mio primo atto ho volutamente celato due attori protagonisti. Quegl’occhi, diventati per la prima volta un pensiero lontano. Voglia di sentirla, del mal di testa non mi curavo. Sentore netto di una mancanza, ieri, attenuato da qualche scoordinato scambio tra lettere viola e grigio scuro, su sfondo bianco. Serata alla riscoperta dei miei punti di riferimento, certo, serata splendida. Ma il pensiero di tornare a casa, e cercare un suo pensiero era lì, e non mi lasciava: solo la solita esitazione mi ha trattenuto, rimandando alla colazione di questa mattina. Hélas, appunto. I ritmi si fanno più intensi, anche Celentano incalza. La verità è ke per quanto possa essere complicato, mi manca. Mi mancherà. E non voglio. Mi emoziona, eppure quando sono accanto a lei, sono rilassato. Quando sono accanto a lei, sto bene. In questo mese mi ha curato più volte. Mi ha fatto ridere, mi ha sorpreso più di una volta, mi ha affascinato, mi ha portato alla gelosia e alla confusione. Mi ha dato la voglia di ripartire dai miei amici e le mie vie, per quelle che saranno altre 36ore. Ansia. Rileggo quelle parole. Mi sento affine. Mi sento strano. Mi sento stupido. Ho deciso: smetto di pensare.

Pausa.

..14:51 scoccate mentre ascolto ancora Celentano, in cuffia, mentre scrivo nell’angolo di St.Michel che io, Marco, Reda, i miei, tra i pochi eletti, sappiamo essere l’angolo della kafta. Kaftà, ovviamente. Il ragazzo dla via Gluck pranza, e pensa. Rilegge le sue ultime parole in aereo.. emozione ad alta quota. La petite philosophie du voyage è rocambolescamente recuperata. Se ci penso, era destino. Destino ke faccia qlo ke ho in mente? Mi sn corretto, stavo scrivendo ‘qlo ke voglio’. Ho scritto troppe volte ‘penso’ in queste righe. Me ne rendo conto. E smetto. A tte.

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